Bedigliora / L’antica sala malcantonese torna ad animarsi per iniziativa del poliedrico artista Ivano Torre che l’ha restaurata dandole nuova linfa – Venerdì 11 settembre si rialza il sipario per l’inaugurazione che durerà tutto il weekend
In primavera a causa della pandemia da coronavirus si è visto costretto non solo a interrompere le lezioni nella sua scuola di musica ma anche a chiudere lo Spazio culturale temporaneo che aveva fondato e gestiva dal 2000. Ma, come si suol dire, «non tutto il male viene per nuocere». Ivano Torre, percussionista, compositore, insegnante nonché uomo dalle molteplici capacità, ha vissuto la fine delle sue attività artistiche a Bellinzona come «un ciclo che si è concluso esattamente vent’anni dopo il suo avvio», per lasciare spazio a un nuovo entusiasmante progetto. «È successo tutto in un flash, ma è stato molto bello, perché – spiega sorridendo – tutto si è incastrato in modo congeniale: quando ho dovuto chiudere il mio studio ho cercato fin da subito un altro spazio per portare avanti le mie attività, ma senza successo finché qualcuno inaspettatamente mi ha detto “Torre, guarda che c’è il Teatro di Banco che da qualche anno è poco attivo, vai a vedere” e così ho fatto». Il poliedrico artista bellinzonese non si è lasciato sfuggire l’opportunità, assumendo la gestione della storica e «magica» sala a Bedigliora, «dove, tra l’altro, vive la mia compagna». Ancora prima di trasferirsi nel Malcantone, il 65.enne ha subito avviato i lavori di restauro del Teatro (inaugurato nel 1902, ndr.) per i quali ha lanciato una raccolta di fondi, ancora attiva: «Il preventivo iniziale di 15.000 franchi è nel frattempo aumentato un po’, ma grazie ai vari contributi è già stata coperta quasi metà delle spese», fa sapere con voce segnata dalla commozione, «devo veramente ringraziare con il cuore in mano tutti coloro che finora hanno sostenuto l’iniziativa».
In vista dell’inaugurazione di venerdì 11 settembre (vedi box sotto), si è provveduto, tra le altre cose, ad ampliare il palcoscenico, ristrutturare il loggione in legno (con 20 posti, oltre ai 60 della sala), pitturare le pareti, ripristinare il cablaggio dei cavi del suono e ad allestire una «nicchia» che ospiterà delle mini esposizioni nonché una sala multiuso e un’area ristoro. «Ho messo i guanti, ho tirato indietro le maniche e avanti tutta», commenta l’artista sospirando. Al momento dell’intervista, insieme alla squadra di operai stava installando le luci della sala e del palco, «impostate in maniera tale da creare un’atmosfera magica tra l’attesa dello spettacolo e l’inizio dello stesso». Negli scorsi giorni, invece, si è proceduto a rifare tutti i tavolini, sistemare le tende fono rifrangenti – «per garantire una buona acustica» – e ad apportare le ultime rifiniture, oltre a dare nuovo splendore all’antico pavimento – «che è stato posato nel 1897» – e a installare le nuove insegne.
A tal proposito, Torre racconta divertito lo stupore dei passanti nel notare che alcune lettere sono rovesciate o capovolte, «perché – spiega – è un teatro e non una casa di cura (ride, ndr) e, quindi, ho optato per una scritta giocosa, divertente, suggestiva, stimolante; una scritta che trasmettesse la voglia di cambiamento». A partire dalla destinazione dell’edificio, che da «Osteria del Teatro» è diventato a tutti gli effetti uno spazio culturale.
Dall’inizio dei lavori di restauro a luglio in molti sono passati da via Teatro 9 a Bedigliora per sbirciare, commentando «ah, finalmente si ricomincia con qualcosa» e qualcuno si è anche fermato a fare due chiacchiere: «Ogni persona che è entrata a curiosare aveva una storia da raccontare e ho sentito molto profondamente una certa sete di cultura», sottolinea l’artista ricordando che alla fine dell’Ottocento nella regione «in tutti i Comuni era presente almeno un teatro; a Bedigliora le sale erano addirittura due, a venti metri l’una dall’altra». Poi, pian piano nel tempo uno a uno si sono spenti tutti i riflettori, ad eccezione di quelli del Teatro di Banco, la cui gestione negli ultimi anni era basata sul volontariato.
Proposte culturali a 360 gradi
A Bedigliora Torre desidera proseguire la ricerca artistica iniziata a Bellinzona vent’anni fa e che l’ha portato a organizzare e ospitare nel suo Spazio culturale temporaneo centinaia di eventi. Una ricerca artistica a 360 gradi, con proposte che spaziano dalla musica al teatro, dalla pittura alla danza, dalle sculture in marmo e legno alle creazioni culinarie («perché è una forma d’arte anche questa»), dalle conferenze ai workshop, dai corsi di cucina e yoga alla ginnastica per la terza età e tanto altro ancora. «L’obiettivo del comitato organizzativo – sottolinea – è promuovere la cultura in senso allargato; cultura che è il veicolo espressivo per poter andare nella profondità dell’essere umano, perché ci avvicina alla vibrazione cosmica, con cui abbiamo perso il contatto». Per Torre «è importante poter fruire le vibrazioni della musica direttamente dall’artista, senza amplificazioni e altri filtri tipici delle esibizioni all’aperto o che si usano per registrare un CD e che non c’entrano niente con l’arte e la musica».
L’ambiente suggestivo e stimolante del rinnovato Teatro di Banco invita dunque a tornare ad ascoltare la musica dal vivo in una dimensione intima: «Tu, pubblico, e il musicista che suona di fronte a te, per te e con te», sottolinea l’artista bellinzonese. «Ecco – aggiunge – desidero riportare a galla questi valori, promuovere la condivisione, la convivialità, il confronto, la comunicazione. Il coronavirus ci ha distanziato l’uno dall’altro, tanto che ora per salutarci usiamo i gomiti. Ma stiamo scherzando? Sono cose che fanno riflettere e credo che abbiamo bisogno di arte per uscire da questa impasse. L’arte profonda però, quella che fa vibrare il cuore».
Dall’11 settembre alla fine di dicembre sono in programma una ventina di appuntamenti tra concerti, jazz matinée, jam session, letture, proiezioni, conferenze, spettacoli teatrali, aperitivi, cene, colazioni e incontri d’arte. Sono previsti degli sconti per coloro che acquisteranno le tessere socio che, insieme alla raccolta di fondi, «permetteranno di coprire anche le spese dei lavori svolti» (ulteriori info qui). Insomma, dopo alcuni anni di torpore, il Teatro di Banco, come sottolinea con entusiasmo Torre, «ora torna a vivere alla grande».
Si inizia con tre giorni di festa
Per l’inaugurazione del rinnovato Teatro di Banco Ivano Torre e il comitato organizzativo hanno messo a punto vari eventi (offerti) che prendono il via venerdì 11 settembre alle 17.00 e si concluderanno nella mattinata di domenica 13 settembre. Un lungo fine settimana di festa, in cui non mancherà la musica: «La prima sera – annuncia il poliedrico artista – ho invitato a suonare con me Danilo Moccia, grande trombonista nonché amico di lungo corso, con il quale sto gettando un po’ di semi per fare nascere un interessante trio jazz completato da Achille Giglio al contrabbasso». Venerdì 11 alle 19.00 è prevista anche l’inaugurazione della «nicchia» che fino a dicembre ospiterà le sculture di Christa Giger, «con la quale collaboro da vent’anni componendo musica ispirata alle sue opere», sottolinea Torre. «L’intenzione – aggiunge – è di presentare ogni due-tre mesi il lavoro di un’artista diverso».
Sabato 12 settembre, dalle 17.00, Torre e Moccia saranno accompagnati in scena da Stefano Dall’Ora, virtuoso del contrabbasso, «anche lui è un amico di vecchia data»; mentre domenica saranno affiancati da Giglio e dal pianista Lorenzo Erra per una jazz matinée che prenderà il via alle 11.00. Sia venerdì e sabato sera, sia domenica mattina, ad accompagnare il vernissage e i concerti, ci sarà un ampio buffet con i «i caroselli culinari» preparati da Agnese Zgraggen rispettivamente da Lavinia Torre. Gli eventi dell’inaugurazione sono gratuiti ma su iscrizione: teatro@dibanco.ch.